Quando occorre una valutazione neuropsicologica?

Le situazioni in cui è necessario effettuare una valutazione neuropsicologica possono essere svariate. Non tutte devono necessariamente coesistere e possono presentarsi in maniera più o meno sfumata. Di seguito, alcuni esempi:

  • disturbi della memoria: soprattutto acquisizione di nuove informazioni e recupero di quelle recenti
  • problemi di linguaggio: non vengono più certe parole, si utilizzano neologismi o parole sbagliate
  • difficoltà a fare i conti
  • problemi di orientamento anche in ambienti conosciuti
  • difficoltà di svolgimento di attività abituali (gestire soldi, guidare etc.)
  • alterazioni dell’affettività: depressione, ansia, apatia
  • alterazioni del comportamento: aggressività, irritabilità, attività motoria aberrante (vagabondaggio, affaccendamento), agitazione psicomotoria, disinibizione;
  • alterazioni del sonno e dell’alimentazione;
  • disturbi del pensiero e della percezione: deliri, allucinazioni.

Perché è importante richiedere una valutazione neuropsicologica?

La demenza è una sindrome cronica che comporta la perdita graduale delle capacità cognitive e significative alterazioni della personalità e del comportamento. Esistono varie tipologie di cui la più nota è l’Alzheimer che colpisce circa il 60% dei malati. Le demenze colpiscono in prevalenza gli anziani, anche se esistono forme con esordio giovanile (< 65 anni).

Alla luce dei dati di diffusione della malattia, le demenze rappresentano un’emergenza sociale e una priorità di salute pubblica. Da un lato, è necessario garantire una diagnosi corretta e tempestiva che consenta di accedere nei tempi giusti alle forme di sostegno socio-sanitario di cui tanto il paziente quanto la famiglia necessitano.

La tempestività nel ricevere aiuto è fondamentale rispetto alle possibilità di rallentare la progressione della malattia, consentire alla persona e al nucleo familiare di convivere con essa garantendone una buona qualità della vita.

Cosa fare dunque?

Alla luce di quanto descritto, è quindi necessario:

  • garantire una corretta e tempestiva diagnosi basata sulla valutazione neuropsicologica del malato e psicosociale/del contesto. Questa deve essere condotta da un professionista e avvalersi di test standardizzati con il fine di produrre una relazione valida e attendibile ad uso del paziente e dei familiari.
  • garantire un sostegno psicologico costante al caregiver (colui che si prende cura) e all’intero sistema familiare. Questo infatti si rileva fondamentale nelle fasi iniziali della malattia e nel suo decorso in quanto l’aiuto di un professionista consente di prendere consapevolezza delle caratteristiche della malattia, della sua evoluzione spesso imprevedibile, e delle sue molteplici ripercussioni (cognitive, comportamentali, dell’umore) sul malato e sul suo contesto di vita. Consente inoltre di valutare quali risorse familiari e sociali attivare con l’obiettivo di garantire un adattamento ottimale alla malattia attraverso un piano di cura personalizzato, flessibile e continuo nel tempo per il paziente e la sua famiglia.

Autrice: Dott.ssa Ilaria Chirico – Psicologa Psicoterapeuta Dottore di Ricerca – Esperta in valutazione e clinica delle demenze