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La genitorialità omo/bisessuale. I risultati inequivocabili di 43 anni di ricerche scientifiche internazionali

La prima ricerca sulla genitorialità omosessuale risale al 1972[1] e da allora le ricerche[2] effettuate a livello internazionale sono state oltre 70, fra studi empirici,[3] studi longitudinali[4] e rassegne.[5]
Ciò che tutte le ricerche mettono in evidenza è che: non esistono differenze significative tra i figli di coppie dello stesso sesso e quelli di coppie di sesso differente.

Entrando nello specifico.[6]

 

I SOGGETTI DELLE RICERCHE

Le ricerche hanno esaminato:
– singolarmente le madri lesbiche e i padri gay, sia aventi partner che single
– congiuntamente la coppia genitoriale
– i figli di genitori omosessuali (sia concepiti dentro un precedente matrimonio eterosessuale da un genitore, sia nati all’interno della coppia omosessuale) e i figli di un genitore omosessuale single.
Moltissime ricerche hanno utilizzato dei gruppi di controllo, ovvero hanno esaminato le stesse variabili anche in coppie e famiglie eterosessuali.

 

LE VARIABILI OSSERVATE

Le ricerche hanno esaminato moltissime variabili, che si possono riassumere come di seguito.
In relazione ai figli: lo sviluppo dell’orientamento sessuale, lo sviluppo dell’identità di genere, il benessere, la salute mentale e la qualità della vita, lo sviluppo del concetto di sé, la capacità di separazione-individuazione (ovvero di costruire un’identità autonoma), l’adattamento sociale, l’autostima.
In relazione ai genitori: le capacità genitoriali, la capacità di rispondere ai bisogni dei figli, la qualità delle relazioni coi figli, il benessere, la divisione dei compiti genitoriali.
Variabili relazionali: rapporto fra figli e famiglie di origine dei genitori, qualità delle relazioni fra genitori e figli, dinamiche di coppia, compiti evolutivi in coppie che transitano verso la genitorialità.

 

GLI STRUMENTI

Gli strumenti utilizzati sono varissimi: interviste libere, strutturate e semi-strutturate, test standardizzati, questionari, self report, sondaggi, colloqui standardizzati, osservazioni strutturate, rassegne della letteratura scientifica.

 

I RISULTATI

Come dicevo poc’anzi, in termini generali le ricerche evidenziano che non esistono differenze significative tra la prole di coppie dello stesso sesso e la prole di coppie di sesso differente, né fra le capacità genitoriali di persone omo/bisessuali e quelle di genitori eterosessuali.

Volendo entrare nello specifico, rispetto alle variabili sopra citate, gli esiti sono i seguenti:

 

LA SCIENTIFICITA’ DI QUESTI STUDI

Di 76 studi, 72 sono stati considerati attendibili e giungono tutti alla conclusione che non esistano differenze significative fra figli di genitori omosessuali e figli di genitori eterosessuali, né fra le capacità genitoriali di persone omo/bisessuali e quelle di genitori eterosessuali.
Lo evidenziano chiaramente le rassegne che li hanno presi in esame, fra cui le più recenti quelle di Adams e Light[7] e quella di Ferrari[8], entrambe datate 2015.

LA POSIZIONE DELLA COMUNITA’ SCIENTIFICA INTERNAZIONALE E NAZIONALE

A fronte di tali evidentissimi dati, da tempo la comunità scientifica internazionale ed italiana sta esprimendo chiaramente la propria posizione in merito alla genitorialità omo/bisessuale, ribadendo l’assenza di rischi per la prole in relazione all’omo/bisessualità del genitore e la mancanza di correlazione fra capacità genitoriali e omo/bisessualità.

Per citare solo alcune fonti:

2006, American Academy of Pediatrics: “I risultati delle ricerche dimostrano che bambini cresciuti da genitori dello stesso sesso si sviluppano come quelli cresciuti da genitori eterosessuali. […]. Adulti coscienziosi e capaci di fornire cure, che siano uomini o donne, eterosessuali o omosessuali, possono essere ottimi genitori”.

2009, American Academy of Child and Adolescent Psychiatry: “non vi è evidenza scientifica a sostegno della tesi secondo cui genitori con orientamento omo- o bisessuale siano di per sé diversi o carenti nella capacità di essere genitori, di saper cogliere i problemi dell’infanzia e di sviluppare attaccamenti genitore-figlio rispetto ai genitori con orientamento eterosessuale. Da tempo è stato stabilito che l’orientamento omosessuale non è in alcun modo correlato ad alcuna patologia, e non ci sono basi su cui presumere che l’orientamento omosessuale di un genitore possa aumentare le probabilità o indurre un orientamento omosessuale nel figlio”.

2011, Associazione Italiana di Psicologia: “In particolare, la ricerca psicologica ha messo in evidenza che ciò che è importante per il benessere dei bambini è la qualità dell’ambiente familiare che i genitori forniscono loro, indipendentemente dal fatto che essi siano conviventi, separati, risposati, single, dello stesso sesso. I bambini hanno bisogno di adulti in grado di garantire loro cura e protezione, insegnare il senso del limite, favorire tanto l’esperienza dell’appartenenza quanto quella dell’autonomia, negoziare conflitti e divergenze, superare incertezze e paure, sviluppare competenze emotive e sociali”.

2013, Antonino Ferro, Presidente della Società Psicoanalitica Italiana: “Che ben vengano bambini di coppie che si amano e che siano capaci di buoni accoppiamenti mentali. Non sarà il sesso biologico dell’uno o dell’altro ad aver più peso ma le attitudini mentali dell’uno e dell’altro. I figli li faccia chi ha voglia di accudirli con amore.“

2014, Vittorio Lingiardi e Roberto Cubelli: “Le più importanti associazioni scientifiche internazionali nel campo della psichiatria, della pediatria, della psicologia e della psicoanalisi […], sottolineano che bambini cresciuti da genitori dello stesso sesso si sviluppano come quelli cresciuti da genitori eterosessuali e che non c’è una relazione tra l’orientamento sessuale dei genitori e qualsiasi tipo di misura dell’adattamento emotivo, psicosociale e comportamentale del bambino.”

2016, Massimo Ammaniti, Presidente dell’Associazione Italiana per la Salute Mentale Infantile, autore di duecento pubblicazioni sul rapporto genitori figli: “non ci sono differenze nei percorsi di sviluppo, di crescita, di relazione col mondo esterno tra bambini allevati da genitori omo ed eterosessuali. […] Per una crescita equilibrata ci vuole l’elemento maschile e femminile, ma il fatto è che in ognuno di noi ci sono tutti e due gli elementi. Nella definizione classica il codice paterno è quello che guida, mette le regole, segna i limiti, quello materno accoglie, cura. La realtà è che un uomo può essere accogliente e una donna può mettere regole severe. Anche nelle coppie eterosessuali ci sono sfumature diverse: chi protettivo, chi prescrittivo. L’importante è ricevere i due codici, non importa il sesso di chi li trasmette”.[9]

 

 

Concludendo, ciò che mette a rischio il sano sviluppo dei figli di coppie omo/bisessuali è unicamente lo stigma sociale derivante da pregiudizio omofobico e generante discriminazione nei confronti delle famiglie con partner dello stesso sesso.

Qualunque affermazione contraria non solo non è sostanziata, bensì è ampiamente ed inequivocabilmente sconfessata dalla scienza.


NOTE

[1] Osman, S. (1972). My step-father is a she. Family Process, 11, 209-218

[2] Review della letteratura scientifica internazionale dal 1978 al 2015, a cura della dott.ssa Biondi Paola per l’Ordine degli Psicologi del Lazio, disponibile al link: http://goo.gl/HL0B3Y

[3] Per studio empirico si intende un tipo di ricerca che basa le conclusioni sull’osservazione diretta o indiretta dei fatti.

[4] Per studio longitudinale si intende lo studio di certi fattori, nel corso del tempo, in uno stesso soggetto.

[5] Con il termine revisione o rassegna si intende una sintesi critica delle pubblicazioni scientificamente accreditate su uno specifico argomento finalizzata all’aggiornamento di quel dato argomento.

[6] Si fa riferimento alla revisione della letteratura scientifica internazionale dal 1978 al 2015, prodotta dalla dott.ssa Biondi Paola per l’Ordine degli Psicologi del Lazio e basata sui contributi di Adams e Light (2015) e Ferrari (2015).

[7] Adams J., Light R., 2015 – Scientific consensus, the law, and same sex parenting outcomes in Social Science Research, Volume 53, September 2015, Pages 300-310

[8] Ferrari F., 2015 – La famiglia in-attesa, ed. Mimesis.

[9] http://www.forumfamiglie.org/allegati/rassegna_37317.pdf

 

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